giovedì 7 marzo 2013

Sudan Geografia




Testo completo: Morfologia. I confini corrispondono a quelli dell'ex condominio arabo-egiziano e comprendono nel nord una larga superficie desertica sahariana (Deserto Nubiano, essenzialmente roccioso, a est del Nilo, mentre la sezione desertica a ovest del fiume fa parte del vasto deserto libico) e subsahariana, che lascia poi il posto, verso il 17° parallelo, alle steppe del Sahel e, verso il 13° parallelo, alle savane. Il territorio sudanese è per larga parte incluso nel bacino medio del Nilo; strutturalmente corrisponde a un'ampia area depressionaria compresa tra i rilievi della cosiddetta "Africa Alta" (Acrocoro Etiopico e alte terre kenyote-ugandesi) da un lato e le stesse elevazioni che, sul lato occidentale, separano il bacino nilotico da quelli del Ciad e del Congo. I rilievi si trovano quindi tutti nelle sezioni periferiche del Paese. Essi compaiono anche nel tratto nord-orientale, dove il territorio sudanese si affaccia per circa 500 km al Mar Rosso; situati a ridosso della costa, in genere rettilinea e importuosa, sono costituiti da orlature montuose (Gebel Odda, 2.259 m) le quali, come in Egitto, rappresentano la scarpata originatasi con la gigantesca frattura che ha diviso l'Africa dalla Penisola Arabica. La catena che si eleva lungo il Mar Rosso (Gebel Hamoyet, 2.780 m) è costituita da scisti cristallini e rocce granitiche. Sul lato occidentale e centro-occidentale (Darfur, Kordofan) prevalgono invece le arenarie nubiane con forme tabulari, situate a un'altezza media di 700 m, dominate però nel Darfur da edifici di origine vulcanica, tra cui l'imponente massiccio cenozoico del Gebel Marra (attivo però sino in epoca pleistocenica), che raggiunge i 3.088 m; il territorio si eleva ancora verso sud-ovest lungo il confine con la Repubblica Centrafricana (Gebel Dana nel Dart Fertit, 1.173 m). A sud, il paesaggio è sovrastato dai massicci che preludono alla scarpata delle già ricordate alte terre equatoriali dei Grandi Laghi (Gebel Kinyeti, 3.187 m), solcate dalle valli che scendono verso la depressione nilotica, tra cui quella importantissima del Nilo Bianco; più distesa è invece a est la scarpata dell'Altopiano Etiopico. Al di fuori di questi rilievi marginali il territorio sudanese è perciò costituito da distese pianeggianti, in larga parte corrispondenti all'archeozoico penepiano continentale, che talvolta affiora con superfici di rocce cristalline, come negli Inselberge del Kordofan o del Darfur



Clima. Il clima è, su ogni parte del territorio, marcatamente tropicale, con due stagioni ben distinte; fa eccezione il breve tratto costiero, dove il Mar Rosso introduce caratteristiche marittime, limitate però all'esigua cimosa litoranea e al versante montuoso che vi si affaccia. Qui, oltre alla stagione piovosa (luglio-agosto), corrispondente a quella delle piogge continentali, si verificano precipitazioni invernali relativamente più abbondanti (però a Port Sudan si hanno solo 110 mm annui); elevatissima è l'umidità relativa. L'alternanza stagionale, tipica dei climi tropicali, è legata alle alte pressioni invernali proprie di tutta l'area sahariana, cui si contrappongono gli apporti umidi estivi delle masse d'aria equatoriali. Naturalmente la stagione piovosa è via via più breve procedendo verso nord, dove le precipitazioni, oltre il 13° parallelo, non superano gli 80 mm annui. A Khartoum, che è nella fascia saheliana, cadono annualmente 160 mm: una zona eccezionale è quella del Gebel Marra (sino a 600 mm) a causa della condensazione determinata dall'altitudine. Scendendo verso sud si entra progressivamente nell'ambiente subequatoriale (a Wau 1.100 mm), attingendo i 1.500 mm sui rilievi meridionali. In tutto il Paese si hanno temperature elevatissime, con minime nei mesi invernali (20-27 °C in gennaio passando da nord a sud) e massime nel periodo tra marzo e luglio che precede la stagione delle piogge (32 °C e 29 °C). Le escursioni termiche giornaliere raggiungono valori elevati soprattutto nell'area sahariana; presso Wadi Halfa (oggi peraltro sommersa a seguito della costruzione della diga di Assuan) si sono registrati anche 30 °C, che corrispondono ai valori massimi sudanesi



Flora. A queste variazioni zonali delle condizioni climatiche, e in specie delle precipitazioni, si adegua strettamente la vegetazione. Essa è scarsissima nella fascia desertica settentrionale, con alcune specie di acacie, isolati arbusti e, nelle oasi, la palma dattilifera. Il Sahel è il dominio delle graminacee; verso sud, accanto alle formazioni steppiche e arbustive, si trovano piante arboree xerofile rappresentate da acacie, tamerici, mimose ed euforbie. Tra le molte specie di acacie delle savane (che si stendono nella fascia di precipitazioni tra i 400 e i 900 mm annui), dove numerosi sono i baobab, assai diffusa è, specialmente nel Darfur, l'Acacia senegal (hashab) che fornisce la gomma arabica. Là dove le piogge superano i 900 mm annui sui rilievi si ha la foresta equatoriale



Idrografia. L'idrografia si riassume essenzialmente nel Nilo, che nel Sudan svolge una notevole parte del suo corso, dando luogo all'episodio che ne caratterizza il regime: la fusione dei suoi due rami sorgentiferi, il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco. I due fiumi hanno la loro confluenza a Khartoum, che è sorta non a caso in questo punto cruciale della geografia nilotica. Più a valle il Nilo riceve l'apporto dell'Atbara, che scende dagli altopiani etiopici settentrionali. Il periodo di piena è dovuto al grande tributo estivo (da luglio a novembre) del Nilo Azzurro, che apporta il 68% delle acque, mentre il Nilo Bianco contribuisce solo per il 10% e l'Atbara per il 22%. Per il Sudan il Nilo ha sì una funzione importante (specie nella fascia centrale compresa tra i due Nili, la Gezira, l'isola) ma non come per l'Egitto, il ben noto "dono del Nilo"; nel Sudan il corso è rotto da numerose cateratte che ne ostacolano la navigabilità e particolarmente verso sud il fiume non ha mai costituito una via di penetrazione. Per il resto l'idrografia sudanese è rappresentata da uidian o fiumi temporanei (taluni tendenti al Mar Rosso e al Ciad), lunghi ma sterili greti bordati da una verde fascia arborea che si staglia nell'uniforme manto delle savane e delle steppe saheliane. Il Bahr el Ghazal, tributario del Nilo Bianco, è il più lungo

Fonte: http://www.sapere.it/enciclopedia/S%C3%B9dan+o+Sud%C3%A0n+%28Stato%29.html

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